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Da Seamus Blake, sassofonista di cui si presumeva di conoscer molto in virtù delle sue assidue frequentazioni delle platee siciliane, stavolta era lecito attendersi una performance cauta e improntata a compostezza formale, considerata la complessità dell’organico jazz-sinfonico da gestire:

il trio del pianista Mauro Schiavone (con Pietro Ciancaglini al contrabbasso e l’australiano Adam Pache alla batteria), la sezione ottoni dell’Orchestra Sinfonica Siciliana (pur corroborata da sperimentati improvvisatori quali Alessandro Presti, tromba, Orazio Maugeri e Gaspare Palazzolo, sassofoni, ed il parigino Michael Valeanu, chitarra) e, naturalmente, anche il proprio strumento. Ed invece, il tenorsassofonista anglo-canadese, sovvertendo ogni previsione, ha come mostrato un “dark side” (in realtà assai luminoso) che ha sorpreso il pubblico di Palazzo Riso con un concerto delizioso nel quale sono emerse innanzitutto le sue eccellenti doti di scrittura (niente standard ma tutte sue le composizioni eseguite, alcune delle quali dall’album “Superconductor”), poi una convinta e credibile propensione al pop, quindi inattese doti vocali e, infine, grande sapienza di orchestrazione nel saper far dialogare forme classiche e improvvisazione jazzistica. Si parte con un funk alquanto sghembo segnato dal contrappunto tra sax tenore e ottoni e si approda subito alla nostalgica melodia di “Grace” (memorie di un suo soggiorno in Catalogna), ascensione rapsodica illuminata dall’assolo di Valeanu. Il mood della successiva “Reach deep” e la vocalità di Blake spingono, invece, a vagheggiare mondi progressive, con antichi echi che fluttuano tra King Crimson, Yes e Robert Wyatt. Si prosegue in una sorta di ottovolante omaggiando ora Jeff Buckley ora John Coltrane e si plana verso una dedica a Charles Mingus cantata, però, come solo Chet Baker avrebbe saputo fare.

La conclusiva “Amuse bouche” (scherzosa dedica gastronomica alla sapidità degli antipasti) è stuzzicante policromia sonora illuminata dal guizzante duetto vocale tra Daniela Spalletta e il leader e dall’assolo trombettistico di Presti. Applausi scroscianti e inevitabile bis.

La Repubblica 13/07/2018

Seamus Blake a Palazzo Riso – di Gigi Razete

di Gigi Razete