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Gran voce la solista del gruppo, Daniela Spalletta, a ricordare i funambolismi vocali della cantante italiana Edda Dell’Orso.

Nell’ambito del Messina Sea Jazz Festival, il 3 giugno al teatro Vittorio Emanuele è stata la volta dei No Game 5et con Daniela Spalletta alla voce, Claudio Giambruno ai sassofoni, Giovanni Conte al pianoforte, Giovanni Villafranca al contrabbasso, Antonio Leta alla batteria. Cinque brani, perlopiù inediti, e una partenza delicatissima che entra in crescendo nel vivo del genere cui è dedicata la rassegna. Gran voce la solista Spalletta, a ricordare i funambolismi vocali della cantante italiana Edda Dell’Orso. Pezzi composti da Giambruno, Conte e appena qualche richiamo alla tradizione jazzista rivisitata. Al termine del concerto dei No Game 5et è il direttore artistico Giovanni Mazzarino a intrattenere gli spettatori, giusto il tempo necessario perché si adegui la batteria al mancino Stefano Bagnoli, già esibitosi il giorno precedente con Piani Paralleli. Approfitta della pausa il maestro Mazzarino per rinnovare l’invito alla Marina del Nettuno, dove una jam session sarebbe stata il proseguimento in chiave jazz della serata.

Secondo concerto con il Dado Moroni Trio con Dado Moroni al pianoforte, Stefano Bagnoli alla batteria e l’enfant prodige Giuseppe Cucchiara al contrabbasso, nisseno classe ’94 che a otto anni appena intraprendeva lo studio della musica nella banda di Villarosa, il paese in cui abitava. Quindi i corsi Berklee Clinics Summer School in Umbria Jazz, l’Accademia Musicale Siciliana e i maestri Francesco Cultreri e Giovanni Mazzarino.

Irrompe prepotentemente il talento del trio durante l’esecuzione dei dieci brani, composti in larga parte dal giovanissimo Cucchiara che, con estrema disinvoltura, ne racconta un po’ la genesi. Ogni assolo cattura gli sguardi dei presenti sullo strumento, su quelle mani esperte che lo suonano. Accompagnano il Dado Moroni Trio Giovanni Cutello all’alto sax e il fratello Matteo alla tromba.

Non v’è stata, ieri, la partecipazione alla kermesse della sera precedente. Qualche polemica sui social in merito ai costi dei biglietti lascia presupporre la motivazione. Certo è che persino dalla seconda galleria, al prezzo di poco più d’un cinema, era possibile trascorrere una gradevolissima serata all’insegna del jazz, stile di vita, lieta sintesi di imprescindibili valori, finestra sul mondo.

Giusy Arimatea